L'Impresa dei Mille

L'Impresa dei Mille

I mille volontari che si raccolsero intorno a Garibaldi partirono da Quarto nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 1860, provenivano soprattutto dalla Lombardia, dalla Liguria e dalle file degli esuli meridionali. Le due navi, sulle quali si erano imbarcati, fecero scalo in Toscana, dove si rifornirono di armi. Garibaldi con i suoi volontari sbarcò a Marsala l’11 maggio, dirigendosi verso l’interno. A Salemi l’eroe emanò un decreto col quale assumeva la dittatura della Sicilia in nome di "Vittorio Emanuele Re d’Italia". Il primo scontro con le truppe borboniche avvenne a Catalafimini il 15 maggio ove l’eroismo dei garibaldini e l’eccezionalità del loro comandante raggiunsero esiti leggendari. L’elemento decisivo del successo di questa spedizione fu motivato non solo dalla calorosa partecipazione degli insorti siciliani alla rivolta armata, ma soprattutto dal comune clima rivoluzionario che, a differenza di quanto accadde con Pisacane, dilagò in tutto il Meridione e che Garibaldi seppe sfruttare e valorizzare. Intanto, i contadini manifestavano contro i grandi proprietari terrieri e questi movimenti di ribellione furono duramente repressi, come avvenne nella cittadina di Bronte dove fu massacrato un cospicuo numero di braccianti agricoli. Garibaldi nell’agosto del 1860 sbarcò in Calabria e sbaragliato l’esercito regio si dirigeva verso Napoli dove fu accolto trionfalmente dalla popolazione. Nell’ottobre dello stesso anno Garibaldi incontrava a Teano Vittorio Emanuele nelle cui mani consegnava simbolicamente tutte le terre liberate. Nelle campagne la delusione dei contadini si inasprî, essi, infatti, avevano sì ottenuto la libertà dallo straniero, ma persistevano in misere condizioni di vita e richiedevano terra da coltivare ed i mezzi per sfamarsi. La prima manifestazione di questo malcontento fu la rivolta contadina che prese il nome di “brigantaggio”.